Sta per scoppiare una bolla finanziaria? E’ una domanda legittima, ora più che mai. A preoccupare, o per meglio dire a far saltare la pulce nell’orecchio degli investitori più attenti, è l’incredibile progressione dei mercati azionari.
Mercato americano in primis, come emerge limpidamente da qualsiasi grafico che ritrae – tra gli altri – lo S&P 500.
In particolare, da più parti si lamentano parallelismi con la situazione pre-2000, anch’essa caratterizzata da trend rialzisti e da un aumento mediamente sostenuto dell’inflazione.
Cerchiamo dunque di vederci chiaro, e di evidenziare i segnali d’allarme che andrebbero monitorati.
Si possono prevedere le bolle finanziarie?
Prima di elencare i fattori da prendere in considerazione, è necessaria una riflessione. Ovvero, capire se le bolle finanziaria possano essere previste. Il concetto di “previsione” ha poca cittadinanza nel mondo degli investimenti, in senso letterale almeno. Per quanto molte teorie analitiche si basino sul dogma della storia che si ripete, ogni momento storico è un caso a sé stante. Qualcosa di vero però c’è, soprattutto per quanto concerne i movimenti cagionati dalle sole contrattazioni, e non da eventi traumatici, improvvisi ed extra-mercato (come per esempio è stata la pandemia).
Dunque sì, è possibile, entro certi limiti, cogliere i segnali di una bolla finanziaria prima che questa esploda. A tal proposito va evidenziata una dinamica psicologica. Per quanto razionalmente gli investitori siano capaci di riconoscere i campanelli d’allarme, raramente intervengono in massa a scongiurare l’evento avverso. Il motivo è semplice: l’idea stessa di bolla finanziaria è troppo difficile da accettare, sicché i campanelli d’allarme vengono semplicemente ignorati. Ecco spiegato perché se una bolla finanziaria deve scoppiare… Alla fine scoppia.
I fattori da monitorare
I parallelismi con la situazione pre-bolla del 2000 sono in particolare tre: la crescita intensa e costante dei mercati azionari, l’inflazione in aumento e le prospettive di una stretta monetaria.
Al di là di ciò, è possibile però individuare altri fattori in grado di aggiungere benzina sul fuoco, e trasformare la bolla finanziaria in una concreta possibilità, piuttosto che in una mera ipotesi teorica.
Le quotazioni delle azioni più costose
Che nel complesso le quotazioni stiano crescendo, è sotto gli occhi di tutti. Più peculiare è però il dato che riguarda il 10% delle azioni più costose. Ebbene, la loro crescita è più rapida rispetto alle 10% azioni più costose del periodo pre-bolla del 2000.
Ciò rappresenta un ulteriore fattore di instabilità. Inoltre suggerisce che, in termini di confronto, la situazione attuale sia più pericolosa rispetto a quella passata.
L’abuso delle leve finanziarie
Secondo studi e ricerche molto recenti, gli investitori, a prescindere dal loro ruolo e dalle loro competenze, si stanno producendo in un utilizzo più disinvolto delle leve finanziarie. Non è certamente una novità, se non fosse per il fatto che, oggi più di allora, l’investimento in leva è supportato da meccanismi di derivazione più arditi.
Tutto ciò è chiaramente un elemento di instabilità, dal momento che le leve moltiplicano tutto, anche le perdite. Da molti l’impiego delle leve è visto come il tentativo di sfruttare i trend rialzisti e di superare i limiti imposti dai rendimenti bassi (stante l’attuale politica monetaria).
La frenesia degli investitori retail
Anche nel periodo pre-bolla del 2000 era stata segnalata una crescita degli investitori retail, cagionata da una rinnovata disponibilità del credito e dalle prime piattaforme di trading. Oggi stiamo assistendo alla medesima dinamica. Anzi, se possibile, a una versione ancora più estrema.
Il riferimento è chiaramente al progresso tecnologico e al fenomeno del trading “a portata di mano”, che sta cagionando una sorta di invasione dei trading non professionisti. La deriva di questo fenomeno, di per sé neutro, riguarda la commistione con le dinamiche social. L’esempio più limpido è dato dalle Meme Stock, di cui ho abbondantemente parlato nel precedente articolo.
Stiamo per assistere a una nuova bolla finanziaria? Qualche segnale è preoccupante ma, come ho specificato all’inizio, il concetto di previsione non applicabile al mondo degli investimenti.
Di certo, occorre tenersi informati, cogliere i segnali di allarme e reagire di conseguenza, in modo da difendersi con efficacia dalle insidie e sfruttare le eventuali opportunità, Più facile a dirsi che a farsi, soprattutto per gli investitori retail che non sono seguiti adeguatamente.
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