Il profilo di rischio è uno strumento di tutela tanto per i clienti, ovvero per gli investitori, quanto per l’intermediario finanziario che propone i prodotti di investimeno. Per i primi, però, può essere anche uno strumento insidioso, un vero cavallo di Troia per favorire l’adesione a prodotti non adeguati.
L’argomento è più complesso di quanto si possa immaginare, dunque è bene approfondirlo.
Cosa si intende per profilo di rischio e a cosa serve
In buona sostanza, il profilo di rischio è una fotografia dell’investitore/cliente dell’intermediario finanziario. E’ detto, per onor di cronaca, anche profilo finanziario.
Il suo scopo è riportare le caratteristiche dell’individuo dal punto di vista finanziario, affinché la banca o altro intermediario abilitato presso cui figura come cliente possa offrire esclusivamente prodotti nelle sue corde, ed evitare che faccia il classico passo più lungo della gamba.
In particolare, il profilo di rischio descrive le capacità finanziarie dell’individuo e il suo livello di sopportazione delle perdite. In buona sostanza, risponde alla domanda: quanto può rischiare? Quanto può permettersi di perdere? Per inciso, tali risposte procedono da valutazioni di tipo tecnico-quantitativo, ma anche semplicemente caratteriale.Se vuoi avere un idea a grandi linee di quale potrebbe essere il tuo profilo di rischio Puoi calcolarlo con questo Test che ho preparato per te.
Come si realizza un profilo di rischio? Molto banalmente, compilando un questionario. Questo prende il nome di “Questionario MIFID”.Tale questionario è formato da varie sezioni: Conoscenza ed Esperienza,Valutazione della situazione finanziaria,Tolleranza alle oscillazioni di prezzo,Obiettivi di investimento ed una sezione facoltativa di approfondimento.Per quanto mi riguarda tale questionario è solo la base di partenza in quanto poi approfondisco la conoscenza per esigenze sulle quali tarare una Strategia Finanziaria con chiari obiettivi di vita del mio cliente che poi saranno monitorati nel tempo.
La banca o l’istituto che propone i prodotti di investimento e finanziari deve sottoporre il Questionario ai propri clienti. L’obbligo è sancito dalla normativa MiFID, che è il punto di riferimento imprescindibile per le attività finanziarie nell’Unione Europea.Tale Questionario permette all’intermediario di eseguire il Test di Adeguatezza previsto dalla normativa e ricondurre il cliente in uno dei 5 profili previsti i quali hanno tolleranze al rischio crescenti.Non può succedere che un cliente con tolleranza al rischio 2(Basso rischio)possa investire tutto il suo Portafoglio in strumenti a rischio elevato bensì solo una percentuale da verificare appunto con il suddetto Test.
Dunque, il profilo di rischio è necessario alla banca/istituto/intermediario, per rimanere entro i confini della legalità; ed è necessario all’investitore per tutelarsi dalle offerte rischiose, dagli eventuali tentativi dell’operatore finanziario di “appioppare” prodotti pericolosi o semplicemente non adeguati alle sue caratteristiche.
I rischi… Del profilo di rischio
Fin qui, tutto bello, chiaro e limpido. Nella realtà, però, possono verificarsi dinamiche spiacevoli. Il profilo di rischio, e per la precisione il test di adeguatezza che permette di tracciarlo, consente un certo margine di discrezione. In buona sostanza, la banca/intermediario può indirizzare il cliente verso certe risposte, a discapito di altre. Non si tratta di una cosa pienamente lecita, ma nemmeno illegale. Di certo, non è etica.
Possiamo affermare che, con la sua opera di persuasione chi assiste il cliente nella compilazione del questionario, può spingerlo verso un terreno più confacente alle esigenze dell’istituto per cui lavora.
La conseguenza di questo comportamento è facilmente intuibile. Alla fine delle giostra, l’investitore si ritrova con un prodotto poco o nulla coerente con le sue aspirazioni, i suoi obiettivi e soprattutto con le sue capacità. Nella peggiore delle ipotesi, per giunta ammantate da una consistente aura di illegalità, si verifica una vera e propria manipolazione finalizzata ad assegnare dei veri e propri bidoni. Per fortuna, si tratta di casi isolati, benché in grado di fare scalpore e colpire l’immaginario.
Adeguare gli investimenti al proprio profilo di rischio non è semplice
Al di là di ciò, il profilo di rischio rimane un fondamentale strumento di tutela. Tuttavia, è bene maneggiarlo con cura. Il ché, in buona parte dei casi, significa semplicemente utilizzarlo, ovvero verificare in prima persona la sua esattezza, la corrispondenza tra i prodotti offerti e il profilo stesso.
In ogni caso, andrebbe aggiornato spesso, anche perché le condizioni economiche di ognuno tendono a cambiare nel tempo, e nemmeno così raramente (non necessariamente in meglio).
Il consiglio, una volta individuato il proprio profilo di rischio, è comunque di rivolgersi a un consulente, piuttosto che alla banca. Il consulente finanziario “personale”, slegato dalle logiche bancarie, può fornire un punto di vista indipendente, più onesto intellettualmente, valorizzato dall’esigenza di soddisfare il cliente e lui soltanto.
Un consulente come me, con tanti anni di esperienze alle spalle e con molti clienti soddisfatti all’attivo. Il mio approccio si basa esclusivamente sulla volontà di esaudire le aspirazione dei miei clienti, e adattare l’offerta al loro reale profilo di rischio. Puoi chiedermi una consulenza compilando questo form.
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