Sono tempi duri.
Ancora una volta è questione di cultura finanziaria ma stavolta ne parliamo in modo diverso.
Solitamente si è abituati a pensare in termini di investimento, di come fare soldi insomma.
Ma c’è anche un’altra faccia della medaglia.
Se hai fatto i soldi, se hai i soldi e pensi di essere al sicuro. E’ davvero così? Puoi davvero stare tranquillo?
No non parliamo di bail in, parliamo della Voluntary disclosure nella sua seconda edizione.
Ci sono davvero tante cose che dovresti sapere.
E’ ufficiale è tornata la Voluntary disclosure
Il decreto tocca diversi punti, dalla sanatoria per le multe ad Equitalia. I punti più caldi sono però legati ai contanti “sommersi”
Come nella prima “edizione” viene consentita la possibilità di denunciare e sanare i contanti in cassette di sicurezza e cassaforti.
La novità sostanziale sta nel fatto che i contribuenti potranno calcolare da soli l’importo da versare entro il 30 Settembre 2017 e procedere dunque ad un’autoliquidazione.
Non pagando un forfait al 35% come si diceva ma in base all’aliquota normale in caso di dichiarazione dei redditi.
Ma in caso di errori si pagheranno le sanzioni. Pesanti sanzioni.
Come ha scritto Andrea Giacobino, su bluerating.com “Errori nell’autoliquidazione saranno sanzionati pesantemente: è prevista una maggiorazione del 10% del dovuto per insufficienti versamenti superiori al 10% delle somme dovute se afferenti a redditi soggetti ad imposte sostitutive o a ritenute o superiori al 30% negli altri casi. La maggiorazione sarà del 3% per insufficienti versamenti inferiori al 10% delle somme dovute se afferenti a redditi soggetti ad imposte sostitutive e inferiori al 30% negli altri casi.”
Altra particolarità è che l’agenzia dell’entrate entrerà nel merito solo eccezionalmente.
Tuttavia se e l’agenzia delle entrate non ti crede potrà rifiutare la procedura ed agire “alla vecchia maniera”; come riporta Il Corriere della Sera.
E’ tornata. Più cattiva che mai?
Come nel primo caso anche stavolta il fronte è aperto.
Per alcuni è cattiva perché premia gli evasori. Si è parlato persino di un “riciclaggio autorizzato”.
Salvo smentite e dietro front in perfetto stile italiano.
Il fatto eclatante, come detto, è il famoso forfait al 35%.
Lo famo, non lo famo, lo rifamo, non lo famo più!
Alla fine il Quirinale si è messo di traverso e niente regali. Giusto, come osserva Oscar Giannino in una recente intervista ma è anche vero che in questo modo ha perso un buon 70% del suo appeal.
Volendo essere buoni, senza lasciarci prendere in discorsi troppo politici, possiamo vederla in questo modo: è un tentativo.
- Da una parte, alla luce della prima edizione, dovrebbero riemergere oltre 2 miliardi di euro.
- Dall’altra si offre la possibilità di mettersi a posto per coloro che hanno fondi all’estero e possono giustificarli.
Si si pagheranno le tasse ma questo è ovvio in quasi tutti i paesi del mondo.
La notizia davvero cattiva è che sembra che sia davvero l’ultimo avvertimento: per chi non si ravvede, le azioni di forza sono dietro l’angolo.
Svizzera, Liechtenstein ed altri paesi hanno da tempo abbandonato la zona franca, la black list, e ciò significa solo una cosa: se lo stato italiano vuole andare a vedere cosa fanno gli italiani e quanti soldi hanno lì…va e lo fa senza trovare tante resistenze.
Le punizioni, lo ripeto ancora una volta, sono davvero “cattive”: si rischiano sino a 6 anni di carcere.
Cosa fare per cavarsela
I contribuenti che aderiscono alla Voluntary disclosure potranno scegliere se pagare il debito in un’unica soluzione, entro il 30 settembre 2017, o in tre rate mensili.
Coloro che restituiranno meno di quanto dovuto subiranno una maggiorazione sul debito del 10% o del 30% a seconda dell’entità dell’importo non restituito (e il 3% nei casi meno gravi).
(fonte diritto.it)
Si può procedere da oggi sfruttando il modulo precedente, della passata edizione, esclusivamente in via telematica.
Il consiglio superfluo ma di vitale importanza è: farsi seguire attentamente da uno studio o un professionista specializzato.
Come fare per essere davvero sicuri di cavarsela
Con il passaggio precedente ci si mette a posto con il fisco ma la storia non finisce qui.
C’è ancora una domanda alla quale rispondere: ma cosa succede dopo ai miei soldi?
Negli ultimi giorni si è pensato infatti che il decreto fosse fatto per fare rientrare i capitali in Italia. Non è così.
La norma vuole fare riemergere per tassare, puoi ancora tenerli dove vuoi.
E’ un passaggio importante.
Con tutto ciò che si è detto e verificato nell’ultimo anno, bail in, in molti devono aver tremato solo al pensiero.
Ma anche lasciarli dove stanno presenta qualche problema.
Con quali costi? E poi quando devi effettuare movimentazioni? E quando vuoi solo un estratto conto?Inoltre se vuoi lasciarli all’estero ogni anno devi compilare nella dichiarazione Quadro Rw e Quadro RN; un incombenza non semplice che implica altri costi magari utilizzando una fiduciaria.
La soluzione c’è. Facile ma non semplice, come direbbe Warren Buffet.
Se ti dicessi che esiste una soluzione chiavi in mano che ti permetterebbe di lasciare i tuoi soldi all’estero dopo averli regolarizzati,ovviamente, e che ti permetterebbe di avere una gestione professionale e fiscalmente ottimizzata?
Per saperne di più ed approfondire possiamo parlarne in modo gratuito. Prenota una call su skype o un incontro nei nostri uffici.