Adriano Olivetti, la sua storia nasconde il segreto per investire bene…. E prima degli altri

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Cultura Finanziaria

L’epopea di Adriano Olivetti insegna molto a imprenditori e investitori.

“Ho cercato di porre fine al regno del denaro nella società industriale”.

Una citazione, questa, che sembra essere uscita dalla bocca di un rivoluzionario, di un politico antagonista. 

E invece è una citazione di Adriano Olivetti, storico presidente dell’omonima azienda. Per essere rivoluzionario, lo era. Ma la sua rivoluzione non è esplosa nella piazze, non si è annacquata nel fiume dell’idealismo utopico e spiccio. Piuttosto, si è sviluppata nell’ambiente fisico delle fabbriche, alimentata da un pragmatismo e da un realismo che è sfociato in un cambiamento solido e duraturo.

Perché, se guardiamo allo sviluppo dell’industria italiana, esiste un prima e un dopo Adriano Olivetti. La sua opera innovativa ha unito profitto, responsabilità sociale e sviluppo industriale… E ha gettato le basi per un nuovo modo di intendere l’impresa.

Una visione, quella di Olivetti, che oggi più che mai è attuale e stimola riflessioni sia agli imprenditori sia agli investitori che sulle imprese impegnano il proprio capitale. In breve, la storia di Adriano Olivetti nasconde la chiave per fare impresa bene… E per investire meglio.

La storia di Adriano Olivetti

Non si può comprendere la storia di Adriano Olivetti senza parlare delle vicende extra-imprenditoriali. Appena ventenne, quando ancora non aveva preso il posto del padre Camillo, fondatore della Olivetti, stringe una controverso amicizia con i leader antifascisti Piero Gobetti e Carlo Rosselli, uno liberale e l’altro socialista. E’ anche grazie a quelle amicizie che matura da un lato una visione di progresso economico che strizza l’occhio al capitalismo, e dall’altro una sensibilità per i temi sociali che saranno la cifra del suo impegno imprenditoriale. 

Il giovane Adriano Olivetti, una volta acquisita la proprietà dal padre (1932) fa presto a entrare in collisione con il regime, sicché deve emigrare in svizzera per sfuggire alle persecuzioni. Rientra in Italia nel 1943, anno che segna l’inizio vero della sua opera da imprenditore. 

Negli anni trascorsi all’estero Adriano Olivetti ha maturato una concezione visionaria del fare impresa. Una concezione che punta a esaltare il lato umano del lavoro, a tutti i livelli: produzione, progettazione, vendita. Questo si traduce in una sequela di invenzioni rivoluzionarie, che risultano quasi anacronistiche per l’epoca… In barba alle multinazionali americane, che nel settore delle macchine da scrivere spadroneggiavano anche in Italia.

E’ degli anni quaranta, infatti, l’invenzione della Divisumma 14, la prima calcolatrice automatica in grado di compiere le quattro operazioni aritmetiche. Un dispositivo rivoluzionario, che cambia il modo di lavorare di quasi tutti gli uffici di contabilità italiani (e non solo).

Il percorso di innovazione, fluidificato da una visione umanistica dell’impresa, ha il suo culmine nel 1959, quando dagli uffici di progettazione della Olivetti esce quella che probabilmente è la sua invenzione più famosa: l’ELEA 9003, uno dei primi calcolatori a transistor, praticamente un personal computer ante litteram. Scacco matto agli americani, ancora una volta: l’Italia, grazie alla Olivetti, ha finalmente un posto d’onore nell’olimpo del progresso tecnologico. 

Visione umanistica significa anche altro. Significa un’idea di profitto – Olivetti è sempre stato un liberale – che si fonde con il valore della solidarietà. Anticipando di almeno un decennio alcune riforme politiche e sociali, Adriano Olivetti mette in pratica il suo credo.

Diminuisce di sua sponte le ore lavorate del 10%, istituisce il sabato come giorno di riposo (in pratica, introduce il weekend in Italia), paga e organizza di tasca propria la vaccinazione antipolio per i figli dei suoi dipendenti.

L’idea di fondo è chiara: i lavoratori, siano essi impegnati in attività manuali piuttosto che intellettuali, rendono meglio se sono felici e sentono l’impresa come parte della propria famiglia. 

Adriano Olivetti è morto abbastanza giovane. Aveva solo 59 anni quando è stato colto da una emorragia cerebrali. Qualche dubbio sulle cause del decesso permangono tutt’ora. Fatto sta che il progetto ELEA, che prevedeva lo sviluppo di nuovi calcolatori / computer ha subito una irreversibile battuta d’arresto dopo la sua morte, a tutto vantaggio del comparto elettronico americano.

Al momento della morte, oltre che il dolore per la perdita di un uomo eccezionale e di un imprenditore d’avanguardia, ha lasciato un’azienda con oltre 36.000 dipendenti . Quando ne aveva prese le redini, i dipendenti erano solo 60. 

Cosa insegna la storia di Adriano Olivetti

Quali insegnamento trarre dalla storia di Adriano Olivetti?

Il primo insegnamento è abbastanza scontato, ed è riservato agli imprenditori. A loro, l’epopea di Adriano Olivetti insegna che sì, è possibile coniugare creatività, profitto e solidarietà. Anzi, se lo si fa con una visione chiara è possibile raggiungere risultati straordinari, superiori a quanto le condizioni di partenza suggeriscono.

Il secondo insegnamento, più implicito, riguarda gli investitori. L’Olivetti guidata da Adriano è partita in sordina. All’inizio, nessuno poteva immaginare il successo che avrebbe avuto. Eppure, i segnali c’erano, per chi li sapeva cogliere. E’ questo il consiglio che un investitore dovrebbe seguire: cogliere i segnali del successo laddove il successo è ancora di là da venire, e anticipare le occasioni di investimento.

Esistono svariate Olivetti in giro per il mondo. Olivetti a uno stato germinale, che nel giro di qualche anno potrebbero “esplodere” e riscuotere un successo clamoroso, a tutto vantaggio degli investitori che, lungimiranti, vi hanno investito fin dall’inizio.

Non è semplice riconoscere le imprese del futuro. Io ho qualche strumento per poterlo fare, e sono in possesso di informazioni che possono tornarti utili, se sei disposto ad andare oltre le grandi multinazionali del presente

Se sei disposto a guardare al mondo degli investimenti  in maniera diversa, e indossare le lenti della lungimiranza, potrai accedere a occasioni importanti, che daranno una svolta alla tua attività di investitore. 

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