Fondi pensione: pensare al futuro risparmiando (fiscalmente) sul presente.

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Investimenti

E’ possibile prevedere il futuro?

No o forse si.

La realtà è che per quanto il futuro sia imprevedibile per definizione, ci sono invece alcune cose che sono già chiare all’orizzonte.

Basta analizzare i dati per capire, almeno da un punto di vista economico, cosa ci aspetta.

Prendiamo in esame i dati demografici mondiali:

“Nel 2015 l’8,5% della popolazione terrestre (più o meno 620 milioni di persone) aveva più di 65 anni, nel 2050 si stima che la percentuale possa salire al 17%. Se scendiamo nel particolare, scopriamo che oggi le persone che hanno più di 80 anni sono 126 milioni, nel 2050 raggiungeranno il mezzo miliardo.

L’aspettativa di vita media mondiale, grazie a Dio, nel 2050 aumenterà di quasi 8 anni, passando dai 68,6 anni ai 76,2; parlo di vita media mondiale il che significa che dentro ci sono tutti i Paesi quelli dove oggi la vita media è decisamente più bassa e quelli come l’Italia dove già oggi l’aspettativa di vita è decisamente alta.”

La deduzione logica è + pensionati –contributi.

Il virgolettato è preso da un ottimo post di Riccardo Zuccaro, su Pulse di qualche mese fa.

Erano i mesi in cui il tema era particolarmente caldo e se ti ricordi erano apparse, o riapparse, le buste arancioni volute da Boeri – presidente Inps.

Se non te lo ricordi parliamo di una previsione che viene inviata al contribuente e nel quale, diciamolo, più o meno viene detto “ecco che schifo ti tocca per la tua vecchiaia”.

Ora dal momento che “vecchiaia” è un termine ormai molto diverso da 20 o 30 anni fa, cosa bisogna fare?

Non credo si possa evitare di darsi da fare. In altre parole: va bene ciò che ci spetta, o non va bene, ma è meglio cercare di integrare ed essere previdenti per tempo.

Piaccia o no, insomma, il detto “chi fa per sé, fa per tre” è verissimo.

Occorre pertanto calcolare attraverso appositi simulatori la pensione presunta,verificarne il Gap rispetto all’ultimo stipendio presunto ed agire di conseguenza per pianificare correttamente il proprio Piano Pensionistico.

In questo se vuoi ti posso aiutare con una consulenza Gratuita

Fondi pensione: tra presente e futuro

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I Fondi Pensione, come previdenza complementare, rappresentano una scelta saggia, e forse inevitabile, per chi vuole assicurarsi una “pensione” decente ed un tenore di vita almeno pari a quello che si ha oggi.

Ma c’è di più in gioco.

Parliamo soprattutto di vantaggi in termini fiscali, di flessibilità e di sicurezza.

Prima però una piccola precisazione: fondi aperti o fondi chiusi?

Come sempre si tratta di analizzare bene le proprie esigenze ed altri fattori puramente soggettivi.

Se per situazioni geografiche o lavorative si ha la possibilità di aderire ad un fondo chiuso, particolarmente vantaggioso, perché non farlo?

In quasi tutti i casi sono invece orientato a consigliare un fondo aperto.

Senza dilungarmi più di tanto, basta considerare alcuni dati:

Nel 2013 ad esempio un fondo chiuso aveva un rendimento del 5,4% , uno aperto del 8,1%.

Negli anni seguenti la situazione è rimasta pressoché uguale.

In entrambi i casi se si cambia azienda è possibile la portabilità del Fondo Pensione ed in entrambi i casi è possibile liquidare il fondo purchè siano rispettati i vincoli della normativa che lascia libera una quota pari al 30% purchè siano passati 8 anni dall’iscrizione.

L’altra quota max il 75% del versato per motivi di salute ,acquisto o ristrutturazione casa .

Adesso, entrando nel dettaglio, vediamo alcuni grandi motivi per cui un fondo pensione, in questo caso aperto ( ma per molti versi non ci sono molte differenze), può essere un ottima forma di investimento.

Fondi pensione: i vantaggi fiscali

DEDUCIBILITÀ DEI CONTRIBUTI

I contributi versati alle forme di previdenza complementare dal lavoratore e dal datore di lavoro sono deducibili dal reddito complessivo dichiarato ai fini Irpef per un importo non superiore a 5.164,57 euro.

La deduzione è ammessa a prescindere da chi effettua il versamento o dalla tipologia di reddito da egli prodotta e sia che si tratti di contributi volontari che di contributi dovuti in base a contratti o accordi collettivi, anche aziendali.

Ai fini del computo del limite di 5.164,57 euro si deve tener conto di tutti i versamenti che affluiscono alle forme pensionistiche, collettive e individuali, anche dei contributi versati per i famigliari a carico.

CONTRIBUTI NON DEDOTTI

La parte dei contributi versati (anche per le persone a carico) al fondo di previdenza complementare per i quali il contribuente non ha potuto fruire della deduzione, non saranno tassati al momento della liquidazione della prestazione. Il contribuente ha però l’obbligo di comunicare alla forma pensionistica complementare l’importo non dedotto nella dichiarazione dei redditi entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello in cui è stato effettuato il versamento.

REGIME FISCALE DEL FONDO

La Legge 23 dicembre 2014, n. 190 (Stabilità) ha modificato la tassazione dei rendimenti dei fondi pensione che passa dall’11,5% al 20%, con eccezione dei titoli pubblici italiani nonché dei titoli di Stato e di emittenti internazionali rientranti nella c.d. White List i cui rendimenti restano tassati al 12,5%; tale trattamento rimane comunque favorevole se confrontato con altre forme di investimento tassate al 26%.

ESENTI DA TASSE DI SUCCESSIONE

Un fattore assolutamente da considerare.

(tratto da azimut.it)

Fondi Pensione: parliamo di sicurezza?

Oggi più che mai bisogna parlare anche di sicurezza.

Sicurezza in termini di capacità di resistenza a fattori di crisi, pensiamo al Bail In.

Sicurezza in termini di controversie ed altre situazioni che nel corso della vita potrebbero verificarsi.

I fondi pensione infatti rispettano i requisiti di impignorabilità ed insequestrabilità.

Una delle regole che seguo sempre nel consigliare un investimento ai miei clienti è che non basta solo guardare agli interessi per decidere come investire.

A presto, Maurizio 

Per approfondire:

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