Conosco delle barche che si dimenticano di partire… hanno paura del mare a furia di invecchiare. (Jacques Brel)
Molta gente continua a pensare che la finanza, gli investimenti siano qualcosa di straordinario, nel senso che in un certo modo esuli dalla vita che conosciamo.
In realtà investire è solo l’aspetto economico della vita, dell’esistenza umana, delle azioni e decisioni che ognuno di noi affronta quotidianamente.
La cifra di tutto, in entrambi i casi, è la parola rischio ed il suo significato; anzi il significato che singolarmente e soggettivamente viene attribuito.
Posso sembrare ripetitivo ma il resto è davvero marginale ed incide meno di quello che si possa pensare.
Il rischio, parliamone ancora una volta
Il rischio nella vita
Allontaniamoci per un momento dai termini e dalle situazioni economiche e finanziarie, analizziamo la cosa in termini più familiari.
Cosa contraddistingue i più grandi uomini di successo nella storia? Ma anche persone che hanno un tenore più alto della media?
Scelte e decisioni ed il modo in cui sono state prese. Non c’è molto altro.
Per alcuni è un rischio improponibile correre una via poco battuta, sperimentare, provare, insistere, verso qualcosa di grande ma incerto.
Per altri è un rischio inammissibile accontentarsi di qualcosa di certo ma non soddisfacente, mediocre.
Non voglio sindacare né criticare le singoli scelte ma è evidente che il termine rischio, visto così, è altrettanto complesso e molto soggettivo.
Questa constatazione, apparentemente semplice, è il vero principio di tutto.
Imprenditori e rischi
Altrettanto interessante è analizzare la situazione in termini di impresa ed imprenditorialità.
Chi più di un imprenditore può conoscere e capire il concetto di rischio?
Anche qui la situazione si presenta combattuta.
- Per alcuni il rischio di non avere entrate certe, uno stipendio fisso e garantito, è una cosa inaccettabile.
- Per altri è inaccettabile fare un lavoro che non li soddisfa e vivere una vita “accontentandosi” di una cifra garantita ma che non può crescere.
E’ interessante notare però, che nella letteratura imprenditoriale e nella testa dell’imprenditore, il rischio è quasi sempre visto in maniera positiva.
Quando si presentano momenti in cui scegliere e valutare, il classico esame costi/benefici viene effettuato in un modo preciso:
- Quanti soldi potrei perdere (per saperlo)?
- Quanti soldi potrei fare (per decidere)?
E’ un luogo comune ma abbastanza accettato che chi opta per massimizzare il guadagno rientra, con le dovute eccezioni, nel vero imprenditore di successo.
Cosa succede invece quando parliamo di soldi con i soldi?
Sin qui niente di nuovo. Quanto esposto credo sia abbastanza pacifico.
Il discorso cambia quando entrano in gioco i soldi, nella natura di soldi.
Non so se mi segui ma è un dettaglio importante.
- Sin quando si cerca di fare soldi con il proprio lavoro, con le proprie scelte, con la propria attività, il rischio viene valutato in un modo.
- Quando si tratta di fare soldi con i soldi, le cose cambiano in maniera radicale.
Facciamo un altro esempio per semplificare, pensiamo ad un investimento immobiliare.
Se un determinato appartamento è a buon mercato, si potrebbe fiutare l’affare e pensare di acquistarlo e speculare in breve tempo. Quali ragionamenti verrebbero fatti?
- Acquisto a 100.000 euro
- Posso rivendere a 150.000 euro
- Cavolo ci guadagno 50.000 euro
- Devo farlo, lo faccio.
Avendo la disponibilità economica il ragionamento e l’epilogo sarebbe davvero questo.
In realtà ci sarebbero alcune dinamiche “implicite” che giocano un ruolo importante.
“ il mattone è sicuro”
“è un bene tangibile”
“ la casa rimane”
Tutto giusto ma quanti si fermano o bloccano invece su ragionamenti di questo tipo?
- Cosa succede al mercato nei prossimi anni?
- Cosa succede se per 5 anni non riesco a vendere l’immobile e nel frattempo:
– Viene attuata una tassa onerosa mai vista prima nella storia
– Inspiegabilmente sono costretto a contribuire a lavori dispendiosi che non erano stati previsti
– Il paese crolla e mi viene confiscata la casa
– Altri eventi non previsti…
Esagero? Forse, i motivi sono esposti tra poco.
Il rischio e gli investimenti
Se l’esempio precedente ti è parso esagerato e cervellotico hai probabilmente ragione ma questo ed altro è ciò che accade quando si tratta di finanza ed investimenti.
In linea teorica si investe per ottenere un determinato guadagno.
Il ragionamento dovrebbe dunque portare ad analizzare cosa rischiamo ma anche cosa rischiamo di guadagnare.
Ancora più nello specifico:
- Vale la pena investire 100 con la speranza/attesa di guadagnarne 30 puliti, rischiandone 10?
- O meglio investirne 100 con la speranza/attesa di guadagnarne 5 e rischiarne 2?
- E quanto probabile è che si verifichi una perdita ma anche quanto probabile è che ottengo il guadagno sperato?
A queste domande, ognuno di noi risponde in modo soggettivo (per questo si parla di profilo di rischio) ma solitamente vi è qualcosa di comunemente sbagliato.
L’idea diffusa è “primo non perdere soldi”. Il che potrebbe ed ha le sue ragioni ma è privo di senso se non è accompagnato da una giustificata possibilità di guadagno. E se questo guadagno non ripaga i rischi e l’immobilizzazione del capitale.
Un conto è insomma fare attenzione, fare scelte oculate, limitando i rischi; un altro è fare investimenti solo guardando in una direzione, quella sbagliata.
Warren Buffet spiega tutto ciò in modo decisamente più duro:
“Aspettarsi grosse ricompense per piccoli investimenti significa incoraggiare un comportamento stupido.”
Piccoli investimenti sono anche quelli che vengono presentati garantiti, con bassissimo rischio e guadagni attesi eccessivamente bassi e che molte volte non si concretizzano.
La soluzione che accontenta tutti, anche in tempo di incertezza
Recentemente su linkedin c’è stato un articolo che mi ha portato a ragionare nuovamente su come le persone si approcciano agli investimenti e su quanto ci sia bisogno di cultura finanziaria.
Nell’articolo si parlava di polizze a gestione separate, ancora oggi il prodotto preferito dagli italiani.
I motivi, come scriveva Marco Vallardi, sono nella natura “sicura” e nel fatto che abbiano spesso rendimenti minimi garantiti.
Il fatto che al netto di costi e tasse questi ritorni siano eccessivamente bassi, intorno al 1,5% non ne frena affatto la diffusione.
Cosa dimostra questo?
Avversione al rischio, avversione al rischio, avversione al rischio.
Le persone hanno un concetto sbagliato del rischio, le persone odiano perdere soldi più di quanto amino guadagnarne.
Non voglio certo cambiare io il modo di pensare delle persone ma è importante riflettere, sapere e capire quando affrontiamo un investimento.
Vuoi investire? Fermati.
Chiunque abbia reddito, soldi da parte o pensi di investire dovrebbe fermarsi. Fermarsi.
Valutare le opzioni, diciamo ce sono sempre 3
- Non fare niente. Perché immobilizzare soldi e rischiare per delle briciole?
- Assumersi un bel rischio per un grosso guadagno. Tecnicamente scegliere una direzione, consapevolmente e/o facendosi aiutare, e puntarci forte. (davvero una scelta per pochi!)
- Diversificare. Mettere dentro investimenti ad alto profitto (e rischio) mitigando i rischi grazie alla differenziazione. Ovvero se un titolo andrà male ed uno bene, il guadagno mitiga le perdite e così via…
Non ci sono tante altre opzioni. E la regola, parafrasando Buffet, è sempre una:
“ Se non capisci l’investimento, non lo fare.”
Di rischi e di come diversificare ne parlo anche nel blog o puoi scaricare gratuitamente l’ebook “meglio non rischiare o farlo bene” dove parlo in modo più approfondito proprio di questi aspetti.